Un Cioccolatino Storico. “Un capo dei pretoriani”, storia di Quinto Nevio Cordio Macrone
ALBA FUCENS- Buongiorno carissimi lettori, ma soprattutto benvenuti in questo nostro nuovo cioccolatino storico. Oggi la storia che vi stiamo per raccontare ci porterà in uno dei luoghi più belli e magici dell’Abruzzo: un luogo ove gloria, antichità ed archeologia si fondono perfettamente, penso che già avete capito, quest’oggi parleremo di Alba Fucens.
Ma badate bene, in questo cioccolatino storico, non vi parleremo della storia di questa importante colonia latina, bensì vi racconteremo di uno dei suoi personaggi. Ma prima di iniziare questo nostro racconto ci piacerebbe portarvi, anche con la sola forza dell’immaginazione, tra gli scavi archeologi di questo gioiello d’Abruzzo. Sicuramente tra le grandi bellezze del sito, l’anfiteatro è quello che rimane impresso di più: ed oggi vi parleremo proprio dell’Anfiteatro e del suo ispiratore Quinto Nevio Cordio Macrone.
Macrone nacque ad Alba Fucens nel 21 a.C ricoprì diversi ruoli importanti nella vita politica romana: fu prefetto dei vigili e sotto l’impero di Tiberio venne nominato prefetto del pretorio (ovvero il capo dei pretoriani) al posto di Lucio Seiano. Ebbe modo, con i suoi traffici al limite di quello che noi oggi definiamo legalità, di esser rispettato dai senatori e nutrire una grande amicizia sia con l’imperatore Tiberio e sia con il suo successore Caligola. Nonostante la sua grande amicizia con Caligola, non lo riparò dai guai che crescevano ogni giorno sempre di più. L’imperatore era preoccupato dal crescente potere del suo prefetto del pretorio ma soprattutto dalla stratta amicizia tra Macrone e Aulo Avilio Flacco, un presunto successore di Caligola.
Cosa fece Caligola a questo punto? Nominò Macrone come prefetto d’Egitto (una delle cariche più importanti e più ricche dell’impero romano) al posto di Flacco e mandò da lui sua moglie ed i suoi figli. Una scelta che agli occhi di noi uomini e donne moderne dice poco, ma quel gesto voluto espressamente da Caligola aveva solo una conclusione: indurre Macrone nel compiere l’orribile gesto di togliersi la vita. Il Prefetto d’Egitto sapeva che non aveva scampo, o il suicidio oppure una morte ignobile per conto dell’imperatore: decise di suicidarsi. Questa scelta convalidò il suo testamento in cui lasciava una cospicua somma di danaro per la realizzazione dell’anfiteatro per i giochi nella sua amata città di Alba Fucens. Ah per la cronaca, Caligola non prese un sesterzio dall’eredità di Macrone.
Un Abbraccio Storico