Un Cioccolatino Storico. Viaggio nella Marsica Orientale prima del terremoto del 13 gennaio 1915 (Prima Parte)
AVEZZANO- Buongiorno carissimi lettori ma soprattutto benvenuti al consueto appuntamento con i racconti del Cioccolatino Storico. Nella “Seconda puntata” del nostro viaggio alla scoperta della Marsica prima del Terremoto del 13 gennaio 1915 parleremo di quella che noi comunemente chiamiamo “Marsica Orientale” e lo faremo in compagnia dei viaggiatori ottocenteschi/novecenteschi che solcarono la Marsica durante il Grand Tour.
Per motivi tecnici (o meglio di lunghezza dell’articolo) abbiamo deciso di dividere in due appuntamenti tale viaggio cercando di descrivere ogni singolo luogo della Marsica orientale. Dai, iniziamo:
Ortucchio (Edward Lear, Viaggio Attraverso l’Abruzzo pittoresco, 1846):
“A Ortucchio, non sembra occupare il sito di alcuna antica città; ma è legata all’episodio della sua conquista, nel quindicesimo secolo, da parte di Roberto Orsini. Ortucchio è un paesino della bassa penisola nel lato a sud-est del lago, ho approdato per vedere l’antico castello, che è ancora in buone condizioni, con il ponte levatoio ancora in funzione. C’è del pittoresco nelle strade strette e nei dintorni in rovina del paese… Tra Ortucchio e Trasacco vi è un luogo chiamato Arciprete, che forse richiama Archippe, un’antica città, c’erano belle radure e appezzamenti di terra coltivata e pascoli”.
Pescina (Alexandre Dumas, La Marsica e il Fucino in una cronaca di viaggio a metà ottocento, 1835):
“Eccoci a Pescina, patria “dell’illustrissimo facchino Mazzarino”, … Se non fosse che il successore di Richelieu vi nacque durante un viaggio intrapreso da Olimpia Bufalini e Pietro Mazzarino, fattore del principe Colonna, Pescina non desterebbe la nostra attenzione. Il paese è posto sul Giovenco chiamato fiume, come il Fucino è chiamato mare, e che oltre tutto, è il solo corso d’acqua di una certa importanza che si versi nel lago, dividendosi poi in tre rami”.
San Benedetto dei Marsi (Edward Lear, Viaggio Attraverso l’Abruzzo pittoresco, 1846):
“Al sorgere del sole arrivai a San Bendetto, città natale di Papa Bonifacio VIII. Un paesino presso il sito dell’antica Marruvium. L’andare fino là non era piacevole ed interessante perché il terreno in pianura nella parte del lago era solo coltivato in continuazione a mandorli o a granturco; inoltre tirava un vento orientale attraverso Forca Caruso… Questa città, attuale capitale della Marsica e residenza del vescovo… Numerosi informi massi di rovine si trovano presso le sponde del lago e a poca distanza ci sono le rovine della cattedrale dei Marsi, resti assi pittoreschi e interessanti per un architetto”.
Collarmele (M. Emmanuel Fernique, De Regione Marsorum, 1880):
“Cerfennia fu la prima stazione della via Claudia Valeria, dove ora è il paese di Collarmele. Pare che questa città fu costruita nella pianura che si estende al di sopra del paese di Collarmele e che dagli abitanti è ancora chiamata piano di Carfegna. Ivi giacciono molti frammenti di laterizi e appaiono vestigia di una via, che forse era la Valeria. Mi è stato riferito che non lontano da quella pianura furono ritrovati molti sepolcri, dentro i quali erano corazze, spade e vasi di terracotta; di essi in verità nulla di certo è possibile riferire. Verso occidente, presso i ruderi di una via antica, recentemente è stato scoperto il nucleo di un mausoleo, simile a quelli che si trovano a Marruvio; gli abitanti mi hanno raccontato che una volta ivi si trovava un monumento chiamato il Torrione”.
Ortona dei Marsi (M. Emmanuel Fernique, De Regione Marsorum, 1880):
“A chi cammina da Pescina, in senso contrario al fiume Giovenco, dopo due ore appare Ortona, un paese sito su un colle scosceso e bagnato da un torrente. Non lungi da essa, in un luogo che nelle Tavole dei geografi più recenti è chiamato Rivoli, giacciono molti frammenti di laterizi. Il canonico Di Pietro credette di riconoscervi il sito di una città che Livio chiama Melonia; cosa non affatto certa. Secondo lui, non si può dubitare che il nome di S. Quirico in Melogne, dato ora alla chiesa diruta, indica che in quello stesso luogo fu Milonia. Forse in quel luogo esistette una città o un villaggio anticamente, ma non possiamo per niente affermare che ivi fu Milonia”.
Lecce nei Marsi (M. Emmanuel Fernique, De Regione Marsorum, 1880):
“Tra i Paesi di Lecce e di Manaforno, alla sommità di un colle chiamato San Vincenzo, si possono vedere i ruderi di una rocca in opera ciclopica; la circonferenza di essa è di circa centoventotto passi (m. 200). Ivi certamente c’era uno dei molti paesi e castelli che, come afferma Strabone, si trovava nella regione del Marsi e dei Peligni. Alla base del colle c’è un lungo corridoio che appartiene a case costruite al tempo dell’impero… Nello stesso paese di Lecce, nell’anno 1877, fu trovata una tomba scavata nella roccia, e chiusa con porta, dentro c’erano due antiche lapidi, in una delle quali forse viene nominato un certo paese Aninus, il cui sito non è noto; dalle stesse iscrizioni si può congetturare che il tempio in qual paese era dedicato alla Salute”.
Un Abbraccio Storico