Unione liceo “Croce” col “Torlonia” ad Avezzano. Il preside D’Onofrio: “Non cambia nulla, solo un istituto più forte”. Le polemiche di alcuni utili ad altri per mettere la polvere sotto al tappeto

AVEZZANO – In merito alle polemiche nate attorno alle aggregazioni fra istituti scolastici, rese note dalle istituzioni competenti nei giorni scorsi, il dirigente scolastico del Liceo “Croce” di Avezzano, aggregato al Liceo “Torlonia” spiega l’effettiva portata di queste decisioni.

Polemiche, peraltro, che appaiono più fine a se stesse che non di contenuto e, dopo l’intervento del Preside Attilio D’Onofrio, spiegheremo il perché.

«Dispiace che tanto clamore abbia destato la notizia dell’aggregazione del Liceo Croce con il Liceo Torlonia.

In realtà, nulla cambia rispetto a oggi. Ognuna delle scuole manterrà la propria sede, i propri insegnanti, le proprie peculiarità.

Cambia solo un aspetto: ci sarà un unico dirigente e una segreteria unificata. L’istituto che nascerà sarà solido, sia amministrativamente che didatticamente.

I 900 alunni del Croce, sommati ai 300 del Torlonia, regalano una consistenza numerica al nuovo istituto che lo renderà inattaccabile a future manovre di dimensionamento.

Il dirigente e il personale del Liceo Croce hanno lavorato duramente per costruire una scuola accogliente, viva, innovativa e di qualità.

Le progettualità realizzate incidono positivamente nel tessuto sociale marsicano e coinvolgono le altre scuole del territorio, contribuendo a costituire un’unica, corale, comunità educante. Altro che “addio al Liceo Croce”.

Il Liceo Croce c’è. Il Liceo Torlonia c’è. Da settembre ci sarà il Liceo Torlonia-Croce: se mai ci saranno dei cambiamenti, saranno solo per il meglio».

Coloro che si sono subito messi a polemizzare e alzare polveroni, invece di guardare al dito, avrebbero dovuto guardare in questi anni passati alla luna, ovvero ai tanti problemi che, alla luce dei fatti, hano afflitto e affliggono le scuole.

Per non parlare del calo delle nascite, e quindi, di alunni e studenti, che provoca necessariamente anche la contrazione del numero dei plessi scolastici. Ma purtroppo siamo in peno tempo di qualunquismo, e spesso trona utile per spostare la polvere… sotto il tappeto.