Uscire dal Parco, con una parte del territorio di Bisegna e San Sebastiano dei Marsi (lettera aperta)

di Pierpaolo Mori

Bisegna -Nell’agosto 2020 l’Ente Parco ha introdotto una marea di divieti. Non si possono lasciare i sentieri segnati dall’Ente, diventa quindi quasi impossibile fare scialpinismo e sciescursionismo, ci sono molti vincoli per fare un’escursione a cavallo, in mountain bike, con il proprio cane da compagnia. Il territorio di Bisegna San Sebastiano è stato particolarmente penalizzato, con solo il sentiero che porta a Terraegna dove e’ autorizzato portare il cane. Ad esempio la sterrata che porta ai prati del lupo non è percorribile ne’ con il cane ne’ con il cavallo, ne’ in mountain bike. Lo stesso vale per la sterrata che parte dal cimitero. Nel territorio del Parco un 55 per cento dei sentieri è percorribile con il cane, da noi un dieci per cento. È vietato fare un’escursione a piedi o in sci alla Rosa pinnola, all’Argatone. Tutta questa marea di divieti senza adeguate motivazioni scientifiche. Uno Stato, e quindi un Ente Parco, che rispetta la popolazione se vieta una sterrata o un sentiero spiega il motivo.

Da noi a Bisegna hanno vietato quasi tutto, si può andare solo a portare soldi ai gestori pescasserolesi dello stazzo del principe trasformato in ristorantino alberghetto. Anche questa è una cosa strana. Da una parte l’Ente vieta quasi tutto e poi autorizza e addirittura pubblicizza un ristorante albergo in una delle zone più remote e selvagge del Parco, tra grandi foreste, prima solitarie ed integre ed ora con una massiccia presenza umana diurna e notturna, voci, luci, odori di cucina, una grande quantità di escrementi umani. È come se fosse fatto apposta per abituare gli orsi agli umani, è una scuola di confidenza. E poi ci stupiamo del comportamento dell’orso Carrito, che frequenta abitualmente i paesi, ed ha vissuto la sua infanzia proprio in quei boschi dove l’Ente ha autorizzato il ristorante alberghetto. In tanti anni le iniziative dell’Ente Parco a Bisegna si sono risolte in nulla, il museo, il recinto dei selvatici, tutto fallito. Ed ora sono arrivati tanti divieti.

La proposta è quindi di uscire con la gran parte del territorio di Bisegna dal Parco, lasciando nel Parco la zona di terraegna, ma liberando tutta la valle del giovenco, la zona dei prati del lupo, tutta l’area della sterrata che dal cimitero va verso il Codone e la Macchia di Rose. Libertà di fare escursionismo, scialpinismo, una passeggiata a cavallo, in mountain bike, con il proprio cane da compagnia. A Bisegna e San Sebastiano non ci sono più attività economiche. Se l’Ente con i Suoi divieti impedisce anche quel poco di turismo che portano escursionisti, scialpinisti, mountain bike, è proprio la fine sia di Bisegna che di San Sebastiano. Anche io che mi sono trasferito a Bisegna San Sebastiano proprio per amore della sua natura, ora con i divieti dell’Ente sono costretto a prendere la macchina e a farmi 40 km per uscire dal Parco e farmi una passeggiata in sci o con il cane. Così mi stanno facendo pensare di vendere casa. Se me ne vado pure io che sono il più grande estimatore di Bisegna e San Sebastiano vuol dire che con questi divieti l’Ente sta ammazzando il paese.

Restiamo nel Parco con una (piccola) parte del territorio, ma torniamo liberi sul resto.

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