Vertenza clinica “Immacolata” di Celano. Nessun accordo fra società e sindacato. E le stelle stanno a… guardare
AVEZZANO – Resta complessa, e irrisolta, la vertenza legata alla sorte della clinica di Celano e dei suoi dipendenti.
Prosegue, infatti, lo stato di agitazione di tutto il personale della clinica l’Immacolata di Celano.
La protesta continua a causa del mancato accordo con la proprietà, l’associazione Opera Santa Maria della Pace, al tavolo in Prefettura convocato lo scorso 4 maggio.
L’Opera Santa Maria della Pace, rilevata dal gruppo Neuromed di Pozzilli, Isernia, a gennaio 2021 ed in concordato preventivo da marzo dello scorso anno, ha infatti manifestato la volontà di ridurre i contratti di lavoro a tempo pieno di un terzo delle ore lavorative per 24 dipendenti della clinica.
L’azienda vuole ridurre i contratti di lavoro a tempo pieno di un terzo delle ore lavorative per 24 dipendenti
Una condizione, questa, che metterebbe a rischio posti di lavoro e qualità nell’erogazione dei servizi, che ha portato Fp Cgil, Ugl salute, Uil Fpl e Cisl Fp a proclamare lo stato di agitazione lo scorso 19 aprile, in attesa del tentativo di conciliazione al tavolo prefettizio.
«Dal tavolo sono emersi numeri diversi, in quanto la proprietà che aveva inizialmente proposto la riduzione di orario per 24 dipendenti ha affermato che la stessa sarà applicata su 17 unità lavorative – affermano Roberto Bussolotti di Ugl Salute, Florindo De Angelis della Uil Fpl, Anthony Pasqualone della Fp Cgil e Marcello Ferretti della Cisl Fp – .
I sindacati sono invece tutti d’accordo sul fatto che non debba esserci alcuna riduzione né di orario, né di forza lavorativa, tantomeno della qualità dell’erogazione del servizio all’utenza.
La clinica, infatti, ormai da anni garantisce prestazioni sanitarie ed assistenziali d’eccellenza alla popolazione non solo locale, ma anche del comprensorio marsicano e oltre i confini regionali, avvalendosi di ottimi professionisti che richiamano una grande mobilità attiva».
Il tavolo si è chiuso quindi con un mancato accordo tra la proprietà e i sindacati che hanno espresso, tuttavia, la volontà di tenere aperta la contrattazione al tavolo prefettizio, in attesa di esaminare lo stralcio di concordato preventivo e proseguire l’interlocuzione.
I sindacati che hanno espresso la volontà di tenere aperta la contrattazione al tavolo prefettizio
«La proprietà, nonostante la nostra richiesta si è rifiutata di proseguire la trattativa – concludono i sindacati – . Lo stato di agitazione di tutto il personale, quindi, proseguirà».
Un altro segnale della difficilissima situazione della sanità nella Marsica, così come in tutto l’Abruzzo interno.
Una condizione che, però, al momento ancora non fa registrare segnali di interesse da parte della Regione Abruzzo e men che meno dalla Dirigenza Asl1, sempre più indifferente a qualsiasi tipo di confronto.