Viaggio alle pendici del Monte Morrone alla scoperta della splendida chiesa medievale di San Tommaso

Caramanico Terme (Pe)– Prosegue il percorso turistico culturale di Espressione24 e di Mishan Artist nel cuore del territorio abruzzese.

Dopo la Valle Subequana dove abbiamo avuto modo di osservare lo splendore del Borgo di Molina Aterno e dopo aver conosciuto la bellezza del centro storico di Raiano, da oggi iniziamo un itinerario culturale che abbraccia i luoghi che si ritrovano alle pendici del Morrone orientale.

Descriveremo, grazie anche al contributo de “iluoghidelesilenzio”, la splendida chiesa di San Tommaso di Bechet sita nell’omonima frazione di Caramanico Terme.
Buona lettura e buona visione del video che Espressione24 ha voluto preparare per l’occasione….


A circa 6 km da Caramanico Terme (Pe), nel cuore del Parco Nazionale della Majella, nella frazione di San Tommaso, svetta l’omonima chiesa di colore naturale rosa della pietra locale.


In origine la chiesa era dedicata a San Thomas Becket, l’arcivescovo di Canterbury, assassinato mentre celebrava una funzione religiosa nella sua cattedrale nel 1173 per colpa dell’eterna lotta tra la Corona Inglese e la santa Romana Chiesa.


In realtà per molto tempo gli abitanti del luogo credevano che la chiesa fosse dedicata all’apostolo Tommaso, le cui ossa riposano nell’omonima basilica ad Ortona (Ch), qualcuno addirittura pensava fosse dedicata a San Tommaso d’Aquino.


La chiesa fu completata nel 1202, come testimonia un’iscrizione posta sul portale sinistro, e consacrata all’arcivescovo poco dopo la sua morte.


Il sito sorge su un preesistente edificio pagano dedicato al culto delle acque, di cui resta il pozzo situato nella cripta.
Nel santuario era venerato il dio pagano Ercole, di cui sono stati rinvenuti, all’interno della stessa zona di San Tommaso, circa una quarantina di bronzetti datati tra il III – II secolo a.C a testimonianza del suo culto da parte delle popolazioni autoctone.


Ercole, appunto, era il nume protettore delle sorgenti, dei viandanti, dei pastori e mercanti; egli doveva certamente la sua popolarità al carattere dell’economia della società abruzzese caratterizzate, prevalentemente, da attività pastorali, dalla transumanza, dalla produzione di lana, latte, formaggi e carni.


La zona di S. Tommaso era già nota dall’VIII secolo d.C. come Paternum ed era interessata da un importante tracciato viario, come dimostra l’Atlante geografico del regno di Napoli del Rizzi Zannoni, sulla cui cartografia è inoltre riportato il ponte Luco, ponte in pietra che attraversava la profonda gola del fiume e di cui sono rimasti ancora i resti.


Il finanziatore della costruzione, dopo la morte del vescovo di Canterbury, fu il feudatario del luogo: il normanno Rinaldo Trogisio.
Nel 1219 Onorio III concesse la protezione apostolica e, nel 1260, Alessandro ufficializzò l’istituzione di una canonica regolare agostiniana.


Per sfuggire all’autorità diocesana i canonici di san Tommaso nel 1264 posero la loro chiesa sotto la giurisdizione del monastero di San Lorenzo fuori le Mura di Roma continuando ad osservare però la regola di Sant’Agostino.
Nel 1334, a causa di una lunga controversia con l’episcopato teatino e di continue vessazioni da parte di laici, si sottomisero all’Abbazia di Santo Spirito di Morrone adottando le regola di San Benedetto.


Il monastero fu soppresso successivamente nel 1652, ma la chiesa continuò ad essere officiata dai celestini fino alla soppressione napoleonica nel 1807.

Nei prossimi giorni parleremo di Tocco da Casauria, Roccacaramanico e Passo San Leonardo.